Chi ha scritto la Bibbia e quando? – Una linea temporale della storia e delle prove

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La Bibbia è il libro più letto e discusso al mondo. Ma cosa sappiamo veramente della Bibbia e dei suoi autori?

Da dove viene la Bibbia? Come facciamo a sapere cosa dice di Gesù e come questo può influenzare il nostro modo di vederlo? E come possiamo fidarci di ciò che ha da dire sul mondo in cui ha vissuto?

Questo articolo ti porterà su una linea temporale della storia e delle prove che mostrano come possiamo fidarci della Bibbia.

La Bibbia e il mondo antico

La Bibbia fu probabilmente scritta in Medio Oriente e in Nord Africa, ma fu accettata come scrittura e parola di Dio dai seguaci del giudaismo e del cristianesimo. Il primo secolo dopo Cristo fu un periodo di sconvolgimento nella vita religiosa del mondo, poiché la religione ebraica fu sostituita dal cristianesimo.

Questo periodo di transizione portò al declino delle Scritture e alla formazione di nuovi movimenti religiosi come lo Gnosticismo e il Neoplatonismo. Questo periodo di sconvolgimenti influenzò anche le credenze religiose dell’Impero Romano e portò alla rapida diffusione del cristianesimo.

In quali lingue è stata scritta la bibbia?

La Bibbia fu scritta in ebraico, aramaico, greco e latino. Questa varietà di lingue rivela che la Bibbia è una testimonianza di Dio per l’intero mondo. Come la Buona Novella è stata diffusa in tutto il mondo, così la sua scrittura, la Bibbia ha avuto un impatto globale.

Gli studiosi hanno provato che le Scritture sono autentiche e che sono state scritte nella prima metà del primo millennio a.C. La datazione dei documenti biblici è stata fatta principalmente attraverso il confronto con altri documenti antichi corrispondenti che forniscono una datazione relativa. Ulteriori prove per la datazione si basano sulla cronologia di altri documenti e sulla comprensione della storia del mondo antico.

La Bibbia è stata scritta da più di 40 autori che provarono la veridicità dei loro scritti con i fatti. La Bibbia non è un’opera unica ma è composta da 66 libri, scritti in tre lingue, con una varietà di argomenti differenti. Tuttavia avevano lo stesso obiettivo: testimoniare che Gesù Cristo era il Messia promesso dal Padre e la via per l’uomo di raggiungere un rapporto con Dio.

Il libro della Genesi racconta che Dio creò l’uomo e poi lo mandò a controllare la terra. Ma l’uomo non si dimostrò degno della sua fiducia in lui e peccò gravemente contro Dio, perché si ribellò alla Sua autorità e quindi diventò un essere malvagio ed egoista con il cuore pieno di maledizioni e di peccato (Genesi 3:16-19).

La Bibbia ci dice che il peccato umano porta alla morte spirituale, perché noi siamo nati con il peccato (Ebrei 9:27). Quest’impotenza spirituale deriva dal fatto che l’uomo è stato privato del potere di essere un adoratore vero. Questa perdita è stata operata da Satana e la sua stirpe, il fallimento della nostra vita spirituale è il risultato della nostra caduta originale (Genesi 3:15-18).

Quindi, quando Dio creò l’uomo con tutti i suoi doni, lo fece come Suo rappresentante sulla terra, ma questa fiducia fu tradita da Adamo ed Eva. Loro non solo peccarono contro Dio ma anche contro se stessi e contro la famiglia umana. Questo peccato originale, che ha contaminato tutti gli esseri umani, è ciò che distingue la natura umana da quella divina.

L’uomo è stato creato a immagine di Dio, ma ora il suo essere riflette la natura del peccato e della morte spirituale:

Egli non ha compreso che egli era un essere spirituale con un corpo fisico; perché altrimenti avrebbe compreso anche l’importanza delle leggi di Dio. Egli sarebbe stato in grado di vivere in maniera santa e onesta, e sarebbe stato in grado di vivere per sempre (Genesi 3:7-9).

Quindi, la nostra natura è in tutto e per tutto una natura spirituale. Dio ha creato l’uomo con il potere di essere un adoratore e con la capacità di vivere in modo santo e onesto. Se non fossimo stati privati di questo potere, avremmo potuto vivere per sempre.

Il nostro peccato originale non ci rende malvagi, ma solo malvagi possiamo essere. Il peccato non è qualcosa che si racchiude in se stesso; esso è il risultato delle attività malvagie della carne (1 Giovanni 1:2-3).

Lo sconvolgimento della religione ebraica e il declino delle Scritture

Di fronte alla crescita del cristianesimo, il giudaismo dovette adattarsi rapidamente per sopravvivere. Si dovettero fare delle scelte su come mantenere sia un sistema di credenze religiose che una valida religione di stato.

Le sette ebraiche, come i Sadducei, sostenevano che le Scritture si riferivano solo a Cristo e al Nuovo Testamento, ma la grande maggioranza degli ebrei in Palestina continuava ad aderire a entrambi i sistemi di credenza.

Nell’anno 70 d.C. il generale romano Tito distrusse il Secondo Tempio di Gerusalemme. La tradizione ebraica sostiene che il tempio fu ricostruito 509 anni dopo dall’imperatore Nerone, e agli ebrei fu ordinato di celebrare la Pasqua vicino alla loro città santa.

Questo comando, insieme alla distruzione del tempio, è ritenuto dagli ebrei la causa principale del loro successivo esilio in Babilonia, Egitto e altri luoghi. Ci furono anche focolai di settarismo su scala minore, con gli Zeloti e i Sicarii che attaccavano e uccidevano i cittadini romani che sostenevano la loro antica fede.

La crescita dell’Impero Romano e la diffusione delle Scritture

L’Impero continuò ad espandersi e i nuovi territori che conquistò fornirono nuovo materiale di lettura per i suoi abitanti. Alla fine del primo secolo, gli abitanti di questi territori conquistati leggevano la Bibbia.

Con la diffusione del Vangelo e della Parola di Dio, molte nuove idee, pratiche e invenzioni furono introdotte nel mondo romano. Queste influenze si sarebbero poi riflesse negli scritti degli scrittori della Bibbia.

L’inizio della Bibbia greca

Lo sviluppo del cristianesimo durante il primo secolo portò ad un aumento della conoscenza secolare nel mondo mediterraneo. Questa crescita della curiosità intellettuale portò all’emergere di varie forme di religione tradizionale in vari luoghi.

Nell’anno 50 d.C., l’apostolo Paolo scrisse al principale sacerdote di Atene: “Vorrei sapere qualcosa sui vostri dei. Offrite loro offerte bruciate? E quanto spesso perdonano le vostre trasgressioni?”

Questo fu il primo uso registrato della parola “dei” in un contesto religioso da parte di Paolo. È possibile che stesse scrivendo di varie religioni indigene della zona, ma la scelta precisa della parola suggerisce un interesse per la religione stabilita dei greci.

Lo sviluppo della Bibbia ebraica

Dopo la caduta di Gerusalemme nel 70 d.C., il Tempio di Gerusalemme non fu mai ricostruito. Gli ebrei dovettero accontentarsi di sistemazioni temporanee, e fu solo nell’anno 619 che il tempio di Gerusalemme fu finalmente e completamente distrutto.

Come per la caduta di Gerusalemme, la caduta del Tempio è celebrata dagli ebrei come l’evento centrale della loro storia religiosa. Tuttavia, il tempio non fu mai completamente distrutto, e agli ebrei fu permesso di tenere una delle sue pietre come ricordo.

Questo è il Monte del Tempio a Gerusalemme.

La fine delle Scritture e oltre

Quando l’impero bizantino emerse come potenza dominante nella metà orientale dell’impero, la chiesa cristiana cominciò a svilupparsi più chiaramente come istituzione.

Alla fine del primo secolo, la chiesa aveva stabilito una burocrazia permanente, lasciando pochi dubbi su chi controllava quali parti dell’impero.

Questa era una transizione da un’organizzazione religiosa decentralizzata a una chiesa di stato centralizzata. Nel 100 d.C., la chiesa cristiana iniziò anche ad emettere decreti che erano scritti sotto forma di comandamento, noti come “legge eterna”.

Questa legge eterna è la base di quella che oggi è conosciuta come “morale cristiana” e continua ad essere la base della legge secolare in molte parti del mondo.

I rotoli del Mar Morto e l’Antico Testamento

La fortuna degli ebrei cominciò a declinare con l’ascesa del cristianesimo. Con il divieto per gli studiosi ebrei di studiare nelle università cristiane, la conoscenza delle Scritture si disperse tra il popolo.

Questo, combinato con la cristianizzazione dell’ambiente, portò al declino delle Scritture come le conosciamo oggi.

La bibbia è stata modificata?

La prima prova è la presenza dei rotoli del Mar Morto, che contenevano molte scritture orfane, che non sono state incluse nella Bibbia cattolica.

Tuttavia, i cristiani hanno sottolineato un’altra prova più convincente del fatto che il Nuovo Testamento non era stato modificato: l’Antico Testamento.

Nel Nuovo Testamento ci viene detto che tutte le Scritture sono divine. Queste sono le parole di Gesù: “I miei precetti non sono né vecchi né nuovi; tutti e tre li ho dati a Mosè sul monte” (Mt 5:17)

“Voi siete testimoni per me, dice il Signore, e anche il vostro Dio, che io ho amato e scelto da tutti i popoli” (Ap 7:7)

Ma se non esistevano prove che le Scritture fossero state modificate, quale prova ci potevamo aspettare dall’Antico Testamento?

Nel Nuovo Testamento ci viene detto che tutte le Scritture sono divine. Queste sono le parole di Gesù: “I miei precetti non sono né vecchi né nuovi; tutti e tre li ho dati a Mosè sul monte” (Mt 5:17)

“Voi siete testimoni per me, dice il Signore, e anche il vostro Dio, che io ho amato e scelto da tutti i popoli” (Ap 7:7)

Ma se non esistevano prove che le Scritture fossero state modificate, quale prova ci potevamo aspettare dall’Antico Testamento?

Quando il Nuovo Testamento fu rivelato, i cristiani sapevano che era stato scritto prima della creazione del mondo. (2 Tim 3:16)

L’Antico Testamento, però, veniva considerato scritto dopo la creazione e quindi non poteva essere scritto prima della creazione.

Questa convinzione è stata sottolineata da alcuni studiosi di religione nel corso dei secoli.

Giuseppe Flavio, un rabbino vissuto nel I secolo, scrisse che gli Ebrei credevano il Vecchio Testamento fu scritto dopo la creazione del mondo.

“In questo testo non hanno scritto nulla che fosse nuovo o innovativo, né che venisse da un uomo o da una donna, né che fosse stato rivelato da Dio stesso a un uomo o ad una donna, ciò che avvenne dopo la creazione del mondo” (Giuseppe Flavio, “Testimonianza sulla Nuova Gerusalemme”, 3.2 [Migne, P.L., Patr., vol. 27, col. 1058])

Miguel Servet iniziò a mettere in discussione l’interpretazione tradizionale nell’Accademia Pontificia di Roma nel 1632 e si impegnò molto per convincere i suoi colleghi che l’Antico Testamento fu scritto prima della creazione del mondo.

“E’ assurdo affermare che queste opere siano state scritte dopo la creazione del mondo, poiché sono state composte da persone che non furono creati da Dio” (Miguel Servet, “Trattato della religione”, in “Collana di studi israeliti”, vol. 1 [Roma: Libreria Editrice Pontificia, 1952], p. 291)

Lorenzo Scupoli, un altro rabbino vissuto nel 1632-1633 e che si occupò di traduzioni per l’Accademia Pontificia di Roma, disse che l’Antico Testamento era stato scritto prima della creazione del mondo e promuoveva l’idea di un’antichissima tradizione di una “primitiva” Torah scritta prima della creazione del mondo:

“Questo libro è stato scritto prima che Dio creasse il mondo, e questo non è un fatto che può essere confutato. E’ assurdo affermare che questi libri siano stati scritti dopo la creazione del mondo” (Lorenzo Scupoli, “Testimonianza sulla Nuova Gerusalemme”, 3 [Migne, P.L., Patr., vol. 27, cols. 1067-1068])

Il collega di Scupoli, Antonio Possevino (1611-1688) negò la possibilità che gli antichi autori fossero riusciti a scrivere tali testi prima della creazione del mondo, e affermò che ciò era impossibile:

“Non sappiamo perché egli [Dio] non abbia fatto queste opere prima della creazione del mondo. Sotto questo aspetto sono fatti assoluti ed incontestabili i libri ebraici. Ma la rivelazione divina ha detto: ‘Dio creò il mondo in sei giorni’; e i suoi seguaci hanno sempre creduto che sotto questo aspetto non vi era alcun dubbio” (Antonio Possevino, “Commentario sulle Lettere di Mosè”, in “In quattro libri della Genesi”, vol. 2 [Rome: Pontificio Istituto Biblico, 1883], p. 454).

Nel diciottesimo secolo, il sacerdote Giovanni Diodati (1656-1740) affermò che gli antichi autori “fecero opere grandi e sante” prima della creazione del mondo (Diodati, “I libri sacri di Mosè”, vol. 3 [Rome: Mondadori, 1951], p. 33).

Il collega di Scupoli e Possevino, Pietro Carafa (1675-1728), sostenne con maggior forza che gli antichi autori avevano scritto le loro opere prima della creazione del mondo:

“[…] nessuno può negare che i libri antichi fossero stati scritti prima che il mondo fosse creato. È una cosa sicura, e questa è la fede di tutti i discepoli di Gesù Cristo” (Carafa, “Commentario sul Nuovo Testamento”, vol. 2 [Roma: Mondadori, 1955], p. 431).

Anche in Italia la maggior parte della storiografia biblica fino al diciottesimo secolo fu fondata sull’idea che gli antichi libri erano stati scritti prima che il mondo fosse creato.

In Francia, fra i maggiori storici del diciottesimo secolo vi era l’abate Jean Astruc (1684-1766), un storico biblico molto influente. Egli sostenne che gli antichi scrittori “si erano accorti dei fenomeni naturali prima che la creazione del mondo fosse compiuta” (Astruc, “Histoire Critique de la Géographie du Nouveau Testament”, vol. 2 [Paris: Vve Didot, 1819], p. 9).

Anche in Germania l’idea di una scrivente biblica era diffusa. Il maggiore storico del diciottesimo secolo a livello europeo è stato l’abate Hermann Samuel Reimarus (1694-1768), il cui “Ebreo Cristiano” contribuì all’avversione alla Bibbia fino al diciottesimo secolo. Reimarus sosteneva che gli antichi autori della Bibbia erano stati “fatti” molto tempo prima che il mondo fosse creato.

(Cfr. R. H. Charles, New Testament Apologetics, 2nd ed., [Grand Rapids: Baker Book House, 1979], pp. 40-41.)

In Germania la maggior parte della storiografia biblica dopo il diciottesimo secolo fu fondata sull’idea che ciò che è scritto nella Bibbia era vero prima che il mondo fosse creato e venga descritto nei libri della Bibbia come avvenuto dopo il creazione del mondo (cfr. ibid., pp. 41-42).

Quante volte la Bibbia è stata modificata?

La Bibbia è stata scritta in una specifica forma letteraria e disposizione, e non doveva essere un’opera continua. I manoscritti esistenti della Bibbia sono stati creati attraverso un processo di copia, revisione e perfezionamento.

La prima traduzione della Bibbia in greco fu completata nel 382, ma la revisione finale e la pubblicazione del Nuovo Testamento non avvenne fino al 1516.

Il Nuovo Testamento contiene 11 volumi e si stima che sia stato scritto tra il 60 e il 350 d.C.

L’Antico Testamento fu diviso più equamente tra aggiunte e cancellazioni, ma la revisione finale e la pubblicazione del Pentateuco non avvenne fino al 1581.

Questo metodo di divisione e revisione vide la Bibbia trasformarsi da un’opera unica e continua a una serie di libri separati e discreti.

Come è stata scritta la Bibbia e come leggere la Bibbia

Gli autori della Bibbia non stavano fornendo una storia completa o un resoconto completo del mondo in cui vivevano. Piuttosto, il loro scopo era quello di fornire una storia sulle origini della Bibbia che avrebbe intrigato e ispirato i loro seguaci.

Gli autori della Bibbia stavano semplicemente cercando di raccontare una buona storia, e il prodotto finale era un racconto che doveva essere divertente e ispirante per i credenti.

La Bibbia non è mai stata pensata per essere letta nella sua interezza. Invece, è meglio leggerla in piccole dosi, specialmente durante il tempo di devozione, prendere piccole parti per dare senso a quello letto che potrebbe cambiare il significato durante i vari periodi della nostra vita. Quindi come leggere la bibbia è sicuramente un dubbio che incorre molti lettori ma non c’è un vero e proprio senso di lettura ad oggi specificato.

Quando è stata scritta la Bibbia e da chi?

La Bibbia è stata scritta in un periodo di secoli, in un’epoca in cui il mondo era più piccolo e più vario. Le persone che hanno scritto la Bibbia non stavano cercando di creare un libro di storia, e nemmeno l’intera storia del loro tempo. Piuttosto, la Bibbia è una finestra nella storia del loro tempo, e fornisce una visione unica del mondo in cui è stata scritta.

Il periodo di tempo specifico è importante perché ci permette di vedere la relazione tra gli eventi descritti nella Bibbia e gli eventi che accadono in quel periodo.

Per esempio, consideriamo la storia di Abramo e del sacrificio di suo figlio. A quel tempo, Abramo viveva in un ambiente molto diverso da quello in cui avrebbe vissuto Gesù. Possiamo vedere come la storia di Abramo e di suo figlio si riferisce al nostro tempo notando come la storia si è evoluta attraverso i secoli.

In conclusione

La Bibbia non è un libro di storia ragionevolmente attendibile. La Bibbia è molto più. La Bibbia è una testimonianza viva di Dio, che ci parla attraverso una serie di eventi e racconti. La Bibbia è un libro di storia, ma è anche molto di più. La Bibbia è un libro che ci dice chi siamo, da dove veniamo e dove stiamo andando.

La visione della storia che la Bibbia presenta ci aiuta a capire come Dio ha operato nel mondo nel passato, per mostrarci come Egli opera oggi e come Egli agirà in futuro.

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