Nella vita di tutti i giorni ci si ritrova costantemente alle prese con scelte più o meno complesse, che implicano l’assunzione di un rischio (grande o piccolo che sia). Tale responsabilità ricade anzitutto sull’individuo, e consiste nel valutare al meglio il reale valore di ogni singola decisione.
Il rischio: un concetto complesso
Secondo l’edizione online dell’Enciclopedia Treccani, il rischio è l’“eventualità di subire un danno connessa a circostanze più o meno prevedibili”; un’altra valida definizione è quella di “possibilità che si verifichi un fatto negativo, che qualcosa non abbia l’esito voluto” (corriere.it).
In linea generale, quindi, il concetto di ‘rischio’ sembra avere una connotazione principalmente negativa, in quanto foriero di conseguenze (più o meno lievi) di carattere negativo. Al rischio, infatti, è quasi sempre sotteso un pericolo, come si evince dall’etimologia stessa del termine; secondo alcuni, infatti, la parola deriva da una voce greco-bizantina il cui significato è ‘sorte’ o ‘destino’; in alternativa, ‘rischio’ sarebbe affine a concetti come ‘scoglio’, ‘taglio’ o ‘tagliare’. Sia in senso letterale che figurato, quindi, il rischio può essere considerato come un ostacolo potenzialmente, ma non necessariamente, foriero di pericolo e danno.
La necessità del rischio
Laddove abbia un’origine ‘esterna’, in quanto determinato da fattori alieni alla volontà individuale, il rischio è praticamente inevitabile. In tal caso, il singolo è chiamato ad un’assunzione di responsabilità, facendo appello al proprio libero arbitrio. Al contempo, capita spesso che si decida in prima persona, e in maniera autonoma, di correre un rischio, mettendo in conto le eventuali conseguenze.
È in frangenti del genere che al rischio si associa la responsabilità. In altre parole, l’individuo si fa carico delle conseguenze, incluse quelle potenzialmente negative, della propria scelta. Ciò impone, a monte, una riflessione circa il ‘valore’ delle singole decisioni, alle quali bisognerebbe sempre saper dare il giusto ‘peso’. Da questo punto di vista, prendere dei rischi può essere considerato addirittura necessario, in quanto innesca un meccanismo di responsabilizzazione individuale. In tal senso, anche il rischio ha un valore proprio: se affrontato con cognizione di causa, a valle di una valutazione ponderata, rientra tra le ‘prove’ di cui è lastricata l’esistenza umana. Affrontarle nel modo giusto, con serenità e fiducia, possono essere di grande insegnamento, contribuendo a sviluppare capacità decisionali e temprare lo spirito rispetto alle difficoltà di tutti i giorni.
Un classico esempio di rischio
Quando il ‘margine’ di successo è indecifrabile, spesso il rischio viene considerato azzardo; non a caso, il gioco d’azzardo comprende la roulette, i dadi e le slot machine, ossia giochi accomunati da una componente aleatoria fondamentale ma difficilmente controllabile. All’interno di un casinò fisico o digitale, come quello visitabile all’indirizzo https://www.casino777.ch/it/, ogni gioco rappresenta un mezzo per sfidare la sorte e assumersi consapevolmente un rischio, senza avere alcuna garanzia circa l’esito finale.
Un esercizio, quindi, che può apparire fine a sé stesso ma che, in realtà, racchiude un po’ il senso del rapporto tra il rischio e la responsabilità. Il giocatore, da un lato, è direttamente responsabile in prima persona dell’azione (giocare) e delle eventuali conseguenze; ciò implica che sia a conoscenza del rischio e dei fattori che lo determinano (le regole del gioco, i meccanismi di premiazione e così via). Alla luce di questa duplice consapevolezza, il giocatore può quindi decidere autonomamente se e quanto rischiare, quale posta mettere in gioco; inoltre, anche il più ‘calcolato’ dei rischi può essere un azzardo. La lezione che si può trarre dai casinò, in ultima analisi, è tanto semplice quanto applicabile ad ogni ambito della vita: prendersi dei rischi non è, di per sé, un male, a patto di non ignorare né sottovalutare le conseguenze.
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